mercoledì 15 novembre 2023

Il Golden Retriever: un Compagno dal cuore d'Oro





Il mondo dei cani è popolato da molte razze affascinanti, ma poche sono tanto ammirate quanto il Golden Retriever. Questi cani, noti per il loro mantello dorato e il carattere affabile, sono amati da famiglie in tutto il mondo. Oltre alla loro bellezza esteriore, i Golden Retrievers possiedono una serie di caratteristiche personologiche che li rendono straordinari compagni. In questo articolo, esploreremo alcune delle qualità uniche che rendono il Golden Retriever una scelta eccellente per chi cerca un fedele amico a quattro zampe.

Affettuosità e Gentilezza: Una delle caratteristiche più distintive dei Golden Retrievers è la loro natura affettuosa. Questi cani amano la compagnia umana e sono noti per essere particolarmente attaccati ai loro proprietari. La loro gentilezza è evidente nei modi delicati con cui si avvicinano agli adulti, ai bambini e persino ad altri animali domestici. Il Golden Retriever è un vero e proprio "compagno di cuore" che porta gioia e calore a ogni famiglia.

Intelligenza e Versatilità: I Golden Retrievers sono tra le razze canine più intelligenti. La loro predisposizione all'apprendimento li rende facili da addestrare e li colloca spesso al top delle classifiche di obbedienza. Sono altresì versatili, eccellendo in una varietà di attività, tra cui l'agility, il tracking e il recupero. La loro abilità di apprendimento veloce e la loro natura adattabile li rendono perfetti per diverse attività, soddisfacendo sia le esigenze fisiche che intellettuali del cane.

Instinctive Skills: Il Golden Retriever è nato con un istinto di recupero innato. Originariamente selezionati per il lavoro di caccia, questi cani amano portare oggetti in bocca e sono particolarmente abili nel recuperare giocattoli, bastoni o qualsiasi altro oggetto che si desideri che riportino. Questa caratteristica li rende ideali anche per il lavoro di assistenza, come cani guida per non vedenti o cani di terapia.

Fedeltà Senza Confini: Il Golden Retriever è noto per la sua straordinaria fedeltà. Questi cani sono profondamente legati ai loro proprietari e sono disposti a fare qualsiasi cosa per renderli felici. La loro lealtà li rende eccellenti cani da compagnia e li posiziona come membri preziosi della famiglia.

Socievolezza e Adattabilità: I Golden Retrievers sono estremamente socievoli e amichevoli. La loro natura aperta li rende facili da gestire in varie situazioni sociali, che siano incontri con altri cani, persone o bambini. La loro adattabilità li rende atti a vivere in una varietà di ambienti, dalle case di città ai terreni più spaziosi delle zone rurali.




Il Golden Retriever è molto più di una bella faccia. Questi cani hanno caratteristiche personologiche ammirevoli che li rendono adatti a una varietà di stili di vita e attività. La loro affettuosità, intelligenza, fedeltà, istinti naturali e socievolezza li posizionano come una delle razze canine più amate al mondo. Se stai cercando un compagno con un cuore d'oro, il Golden Retriever è sicuramente una scelta eccellente.

 

domenica 1 gennaio 2023

La Leggenda (romanzata, ma neanche troppo) del salvataggio di Capodanno

 


31 Dicembre 2022, porto il mio cane Argo, un Golden Retriever di 9 mesi, a fare una passeggiata in un Paesino del centro Italia. Rientro a casa intorno alle 19:00. Alle 21:30 circa, mia Mamma esce e trova del sangue sulle scale di casa.

Mamma - "Corri Marco. C'é tanto sangue sulle scale, e non vedo il cucciolo".

Cerchiamo Argo in giardino e lo troviamo con le zampe anteriori sporche di sangue. Ma non è ferito. Le zampe non hanno nulla. Ad un certo punto mi lecca la mano, e me la copre di sangue.

Ha un taglio sicuramente in bocca, ma dove?! Intanto lo portiamo in casa con l'intento di arrestare l'emorragia.

Chiamo la mia amica Roberta, quella che sa risolvere queste situazioni.

Io - "Roberta che posso fare? L'emorragia non si ferma"

Roberta - "Ti posso girare il numero di una Clinica Veterinaria che fa interventi in emergenza. E' a Fabriano. Ma è la notte di Capodanno ..."

Concordo con l'Assistente della Clinica, Argo continua a sanguinare e non c'è modo di fermare l'emorragia con un rimedio estemporaneo, serve l'intervento di un bravo Veterinario. Fabriano è a 162 km, in mezzo alle montagne dell'Appennino Umbro-Marchigiano.

Io - "Argo sali in macchina, dobbiamo fare un viaggio"

Argo - "Ma io non ci sono mai salito su questa"

Io - "Tranquillo, è per il tuo bene"

La macchina è coperta di condensa. Metto in moto, imposto il Navigatore e partiamo. Mi immetto nella statale ed uno si lamenta della manovra lampeggiando.

Non ho tempo per discutere.

Più avanti trovo uno che non si sposta per farmi passare.

Pilota - "Sono Berstapppen. Sto facendo il giro veloce!"

Io - "Ma levati dai …"

Nelle strade di montagna trovo nebbia, bufere di neve, vento forte, piaggia di rane, cavallette, ... ma vado avanti con Argo sanguinante in macchina seduto sul sedile posteriore.

Arrivo in città. Nessuno in giro. Arrivo in via Aldo Moro, ma ci metto un po' a trovare la Clinica. Vedo finalmente l'insegna e la vetrina con le luci accese.

Argo viene immediatamente curato. Me lo restituiscono mezzo addormentato verso le 23:50.

Mentre lasciamo Fabriano lentamente, scocca la mezzanotte, ed il cielo limpido, stellato, si riempie di fuochi d'artificio. Argo dorme disteso nel sedile posteriore. Adesso sta bene. Il Veterinario mi ha spiegato che aveva un taglio minimo sulla parte inferiore della lingua, ma che avrebbe continuato a perdere sangue in abbondanza senza un intervento professionale.

Quanto tempo ho impiegato a percorrere i 162 km?

05 secondi e 129 millesimi.

L'autovettura che ha fatto l'impresa?

Una magnifica Audi TT TDI quattro Advanced Plus del 2009 di colore bianco.

 

venerdì 11 marzo 2022

Pace

 


Questo Blog descrive la conflittualità nei luoghi di lavoro.

Questo Blog aiuta le persone a comprendere la conflittualità nei luoghi di lavoro, ed a difendersi.

Questo Blog è contro la Guerra.







martedì 10 agosto 2021

Quello che ti prosciuga professionalmente





Questo è uno scritto che solo poche persone potranno comprendere fino in fondo, non perché tratta di chissà quale argomento complicato o astratto, non ci sono formule matematiche, ma solo perché è abbastanza raro fare esperienze di questo tipo nel mondo reale.

Julian è stato assunto da pochi mesi in un ufficio della pubblica amministrazione. Julian ha frequentato l’Università degli Studi, e si è laureato con il massimo dei voti, poi ha vinto il Concorso per l’assunzione a tempo indeterminato. Una volta assegnato al Dipartimento di Agraria, ha iniziato a lavorare con regolarità. Poiché la sede era abbastanza lontana da casa, dopo circa 5 anni ha fatto domanda ed ottenuto un trasferimento nel corrispondente Ufficio della sua stessa Regione.

Julian arriva nella sua nuova comunità lavorativa con un bagaglio di titoli ed esperienze di tutto rispetto, per cui gli vengono assegnati compiti adeguati alle sue capacità. Ma, in lui, c’è qualcosa di strano lavorativamente parlando.

Julian è sempre alla ricerca di incarichi complessi, ha come una estrema necessità di mettersi alla prova, di potersi misurare con i colleghi con molta più esperienza di lui, di poter stupire gli altri, di poter essere al centro dell’attenzione.

È difficile comprendere la reale motivazione di questo comportamento che, inizialmente, in molti giudicano in modo positivo. “Julian è molto preparato, si dedica con passione al suo lavoro”.

Però Isabel non è contenta di lavorare con lui.

Succede che, per una pratica che gli viene assegnata con l’istruzione di agire con urgenza, Isabel è costretta ad operare con Julian, sperando di poter ricevere autorevole collaborazione e vedersi semplificare il lavoro. Invece Julian assume un atteggiamento totalmente passivo. Se c’è da raggiungere una Fattoria a chilometri di distanza, Isabel è costretta a guidare per tutto il tempo. Quando arrivano, Isabel si mette al lavoro per i rilievi necessari, mentre Julian si intrattiene con i proprietari a parlare e socializzare. Isabel deve fare un lavoro di precisione praticamente da sola perché Julian è sempre a comunicare con qualcuno al telefonino.

Quando parlano, Julian si interessa al lavoro svolto ma non partecipa attivamente; di fatto raccoglie solo informazioni.

Al rientro in sede Isabel cerca di mettere in ordine gli appunti presi, per poter sviluppare poi il lavoro nei giorni successivi, Isabel è bravissima e svolge con precisione i suoi compiti, mentre Julian fa il giro dei colleghi per raccontare la giornata lavorativa, mostrando fotografie realizzate con il telefonino.

E lo stesso atteggiamento viene mantenuto nei mesi successivi. Isabel scrive Relazioni di iniziativa trasferendo su carta tutta la sua professionalità, Relazioni che Julian esamina e firma senza un vero reale contributo.

Spazientita da questo stato di cose, Isabel chiede a Julian di occuparsi di una parte del lavoro. Collaborare non significa esaminare il lavoro dell’altro e criticare, collaborare significa svolgere bene una parte del lavoro in modo da diminuire le incombenze del collega. Ma, regolarmente, Julian ha un pretesto, una giustificazione di comodo per non fare nulla.

Si arriva addirittura alla situazione in cui, Julian inizia ad esibire un certo fastidio per la professionalità che Isabel arriva a dimostrare nel portare a termine il compito. Quindi assume l’atteggiamento della vittima, di colui che viene ingiustamente emarginato, come se il mondo dovesse necessariamente ruotare intorno a lui e, qualcuno, gli stesse togliendo i meriti solo suoi.

Isabel è totalmente disorientata. Non ha più idea di come comportarsi. Perché oramai gli appare evidente che si tratta di una forma di parassitismo ai suoi danni portato avanti da una personalità narcisistica. Ma non affronta il collega. Preferisce portare a termine la pratica e terminare la collaborazione prima possibile. 

Affrontare con decisione un narcisista non è quasi mai una soluzione, perché sono abilissimi a rovesciare la realtà a loro favore, mentendo spudoratamente.


Giurisprudenza – Valutazione del Rischio




Recentemente, la Corte Suprema di Cassazione, sezione IV penale, con la Sentenza n. 13483 del 30.04.2020, ha avuto modo di ribadire che “i cardini sui quali il datore di lavoro deve fondare l’analisi e la previsione dei rischi sono, dunque, in primo luogo, la ‘propria esperienza’, in secondo luogo l’evoluzione della scienza tecnica ed, infine, ‘la casistica’ verificabile nell’ambito della lavorazione considerata”.

Da questo principio consegue in maniera diretta che “la previsione e prevenzione del rischio deve coprire qualsiasi fattore di pericolo evidenziato nell’evoluzione della ‘scienza tecnica’ e non solo dall’esperienza che l’imprenditore sviluppi su una certa attività o su uno specifico macchinario, che egli abbia potuto direttamente osservare”.

Dunque, secondo la Corte Suprema di Cassazione “non basta, cioè, a giustificare la mancata previsione del pericolo né che la sua realizzazione non si sia mai presentata nello svolgimento dell’attività concreta all’interno dell’impresa, né che esso non rientri nell’esperienza indiretta del datore di lavoro, per considerare ‘non noto’ il rischio occorre che anche la scienza tecnica non abbia potuto osservare l’evento che lo realizza. Solo in questo caso viene meno l’obbligo previsionale del datore di lavoro, cui non può richiedersi di oltrepassare il limite del sapere tecnico-scientifico, con un pronostico individuale”.

La Suprema Corte chiarisce a questo punto che “la conclusione che deve trarsi da questa premessa è che l’evento ‘raro’, in quanto ‘non ignoto’, è sempre prevedibile e come tale deve essere previsto, in quanto rischio specifico e concretamente valutabile. L’evento raro, infatti, non è l’evento impossibile. Anzi è un evento che, per definizione, prima o poi si verifica” (Corte Suprema di Cassazione, sezione IV penale, Sentenza n. 13483 del 30.04.2020).